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Rutelli - Il Getty Museo "Embargo culturale"
(troppo vecchio per rispondere)
m***@yahoo.com
2006-11-14 13:16:15 UTC
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I 52 reperti acquisiti in modo illegale. Il museo di Los Angeles:
Roma ci ripensi Il Getty non restituisce le opere
Rutelli: «Embargo culturale» «È finito il tempo delle trattative».
Per il ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli, il tempo per
una contrattazione amichevole con il Getty Museum «è scaduto». Tanto
che non si esclude l'adozione di quello che i giornali americani e
inglesi hanno definito un «embargo artistico-culturale» nei confronti
del Getty Museum di Los Angeles da parte dell'Italia se non
restituirà i 52 capolavori ritenuti trafugati (su questo è in corso
anche un processo a Roma contro la precedente curatrice del Getty,
Marion True) tra cui la celebre Venere di Morgantina e l'Atleta di
Fano attribuito a Lisippo.

Che siamo di fronte a un complesso caso internazionale lo dimostra la
frequenza degli articoli sul caso Getty-Italia apparsi negli ultimi
giorni: il 9 novembre se ne è occupato il New York Times, l'altro
ieri il Los Angeles Times e ieri il Times di Londra. E le
affermazioni di Rutelli contenute negli articoli sono in linea con
quanto già affermato venerdì scorso al convegno organizzato a Roma
dal Fai, quando aveva detto, senza fare nomi, «mi chiedo come
facciano a non vergognarsi alcuni grandi musei a continuare ad
esporre opere rubate».

«Ho cercato negli ultimi sei mesi di spiegare la situazione in modo
amichevole alle persone responsabili del Getty- ha affermato il
ministro - ma se loro non hanno ancora compreso, temo che la
procedura conciliatoria terminerà e inizierà un contenzioso vero e
proprio». Secondo un altro funzionario italiano intervistato dal Los
Angeles Times, il paventato embargo significherebbe «nessuna
esibizione, nessuno studio, nessuna iniziativa culturale per il
Getty, che rimarrebbe escluso da qualsiasi iniziativa in Italia ».
Alle parole del vicepremier e del funzionario hanno fatto eco anche
quelle del direttore per i Beni culturali, Giuseppe Proietti: «Basta!
Non è stato compiuto un singolo passo in avanti. Non accetteremo
soluzioni parziali. Suggerirò al governo di adottare iniziative
sanzionatorie di carattere culturale contro il Getty». Un'iniziativa
unica nel suo genere, pur avendo un effetto più simbolico che reale,
poiché l'Italia presta poche opere all'estero.

Sebbene l'Italia abbia recentemente raggiunto con alcuni importanti
musei americani, come il Metropolitan Museum di New York e il Museum
of Art di Boston, significativi accordi per ottenere la restituzione
di opere d'arte trafugate, il Getty Museum, per ora, ha restituito
solo 26 pezzi dei 52 contestati. E anche per questo motivo a carico
della precedente curatrice del Getty, Marion True, pende un processo
-
di alte conseguenze per il tema delle restituzioni delle opere
d'arte - per l'accusa di aver acquistato illegalmente opere
provenienti dal suolo italiano. Venerdì scorso, durante il processo,
il Getty ancora una volta ha scelto di non fornire informazioni sulle
origini della Venere di Morgantina, acquistata in circostanze non
chiare per 18 milioni di dollari nel 1988 dal mediatore Robin Symes,
che l'aveva acquistata da Renzo Canavesi, un siciliano abitante in
Svizzera che aveva dichiarato di possederla dal 1939.

Gli avvocati del Getty, che continuano a difendere l'ex curatrice
delle antichità, la True - anche se questa è stata costretta alle
dimissioni nell'ottobre 2005 per il sospetto di provenienze illegali
e anche per il discusso acquisto di una proprietà in Grecia con soldi
di un «trafficante» d'arte - dicono che le prove sono insufficienti
per determinare esattamente la provenienza della Venere. Secondo
alcuni commentatori, Ron Hartwig, il portavoce del Getty, non avrebbe
realmente mai svelato ciò che la recente investigazione della
fondazione ha scoperto sulla Venere. «Continuiamo a cercare prove
certe - si è limitato a dire -. Ci sono molte informazioni che
devono
essere attentamente guardate e decifrate».

Ieri Rutelli era a Bruxelles per un incontro con i ministri della
Cultura degli altri Paesi europei e non ha ulteriormente commentato.
Il Getty, invece, spera da parte sua in un ammorbidimento della
posizione italiana. «Spero che la saggezza e la ragione prevarranno e
i due contendenti, Italia e Getty, troveranno un accordo », ha detto
Hartwig. Le autorità italiane aggiungono però che il negoziatore del
Getty, Ron Olson della Los Angeles Munger Tolles & Olson, ha
considerato le negoziazioni solo come un affare «commerciale»,
preoccupato di come la restituzione delle opere influenzerebbe i
conti della fondazione. Quanto al nuovo direttore del Getty, Michael
Brand, avrebbe partecipato sporadicamente ai negoziati.
Pierluigi Panza
14 novembre 2006

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/11_Novembre/14/panza.shtml

http://www.latimes.com/news/local/la-me-
getty11nov11,0,7970231,full.story?coll=la-home-local

Getty risks 'embargo,' Italy warns
Officials in Rome threaten to suspend "all cultural cooperation" with
the museum as talks on the return of antiquities stall.
By Jason Felch and Ralph Frammolino
Times Staff Writers

November 11, 2006

ROME - Frustrated by the J. Paul Getty Trust's refusal to return a
prized statue of Aphrodite and a score of other antiquities, Italian
officials are threatening to impose an unprecedented "cultural
embargo" on the Los Angeles museum that would prevent its borrowing
any artwork from or conducting research in their country.

The impasse in talks came as new evidence was submitted Friday in the
criminal trial of the Getty's former antiquities curator that the
museum chose not to pursue information about the Aphrodite statue's
origins when presented with an opportunity a decade ago.

Marion True told prosecutors in a statement entered into evidence
that in 1996 the statue's former owner provided the Getty with photos
of the 7 1/2 -foot depiction of the goddess and offered several
fragments still in his possession.

But True said she was "highly skeptical" of the man's motives and
decided it was "inappropriate" to accept his invitation to meet in
Switzerland, according to a copy of the statement obtained by The
Times.

That decision looms large today for both True and the Getty, because
the marble and limestone figure has come to play the starring role in
the dispute between Italy and the trust.

To Italian authorities, the statue symbolizes what they see as the
museum's brazen exploitation of the illicit trade in ancient art.
Getty officials say there is insufficient evidence to determine
exactly where the statue comes from, and they have so far refused to
return it.

Four months ago both sides announced an agreement in principle for
the museum to return "a number of very significant" artworks in
exchange for loans from Italy.

Since then, the Getty has quietly offered 26 objects, including
masterpieces such as a marble statue of Apollo and a sculpture of
mythical griffins devouring a fallen deer. Italy, in turn, agreed to
withdraw its claim for six objects that it conceded may have been
found outside its borders.

But deciding the fate of the 21 remaining disputed objects, dominated
by the Aphrodite and a bronze statue of a young athlete, has proved
difficult.

"Basta!" said Giuseppe Proietti, a senior cultural official, in a
recent interview, using the Italian word for "enough."

"The negotiations haven't made a single step forward," he said. "We
will not accept partial solutions. I will suggest the Italian
government take cultural sanctions against the Getty, suspending all
cultural cooperation."

Francesco Rutelli, Italy's minister of culture and vice president,
was awaiting the latest response from the Getty before deciding
whether to go ahead with an embargo, but he warned Friday that time
was running out.

"I tried to explain it amicably to the people responsible for the
Getty for the last six months," Rutelli said in a statement to The
Times. "If they still haven't understood it, I'm afraid the process
of conciliation will end and a serious conflict will begin."

According to another Italian official familiar with the Getty
negotiations, the embargo would mean "no excavations, no exhibitions,
no cultural studies.... The Getty is out of order in Italy."

Several museum experts said such an embargo would have symbolic
effect but might otherwise be limited because Italy has not been
generous with loans in the past.

"It's a fight for world opinion," said Ruth Weisberg, dean of the USC
Roski School of Fine Arts. "It's certainly an attempt to embarrass
and isolate the Getty."

Getty officials acknowledged the impasse but said they were still
hopeful an agreement could be reached soon.

"My sense is that wisdom and reason will reign here, and the two
sides, Italy and the Getty, will find a way to get past whatever
problems exist in the short term," said Getty spokesman Ron Hartwig,
adding that the museum continues to evaluate information about the
Aphrodite statue.

Since talks started with the Getty in January, Italy has forged
cultural agreements with New York's Metropolitan Museum of Art and
Boston's Museum of Fine Art, which both agreed to return objects in
exchange for loans of antiquities from Italy.

The Getty's negotiations are complicated by the criminal case against
True, who is accused of conspiring to traffic in looted art. Although
she was forced to resign last year for unrelated reasons, the Getty
continues to pay for her defense, and museum officials have been
worried that giving back objects might further implicate the former
curator.

In addition to the dispute over the Aphrodite statue, Italian
authorities cite several causes for the recent breakdown in talks.

Unlike the other museums, the Getty has sent attorneys to negotiate
rather than its museum director, Michael Brand, who has participated
sporadically, Italian officials say.

"With the Boston MFA and the Met, our counterparts were the
directors," said Proietti. "With the Getty, it is lawyers. This is an
obstacle to realizing a cultural agreement."

Italian authorities also say the Getty's negotiator, Ron Olson of the
Los Angeles firm Munger Tolles & Olson, has approached the
negotiations as a "commercial" deal, concerned more about how giving
back valuable artwork would affect the inventory of the $5.5-billion
trust than about cultural issues.

For example, they say, Olson has stressed repeatedly that if the
Getty returned all the disputed objects it might trigger an
investigation by the California attorney general into whether the
trust's board was adequately safeguarding the nonprofit's assets.

A spokesman for Atty. Gen. Bill Lockyer, whose office regulates
nonprofits in California, said, however, that any potential
investigation would focus on whether the Getty board was negligent in
purchasing the antiquities in the first place - not on whether any or
all of the art should be given back.

Italian cultural officials were also offended by Olson's inclusion of
the U.S. ambassador in a recent round of talks, something they
interpreted as a clear attempt to politicize the cultural
negotiations.

Olson would not comment on the negotiations.

Records show that his firm has hired private investigators to
investigate the origin of the Aphrodite, something the museum chose
not to do in 1996, according to True's statement.

True said Harold Williams, then-chief executive of the trust,
received a letter from a Swiss man who claimed to be the previous
owner of the statue. The letter included several photos of the
figure, including one of its marble head.

According to the statement, Williams passed the letter to then-museum
Director John Walsh, who forwarded it to True with a note, "What do
you make of this?"

"We both agreed it was strange and suspicious," True said in the
statement.

True wrote that she was able to confirm with the dealer who had sold
the statue to the Getty that Renzo Canavesi was indeed the former
owner, but declined the man's invitation to meet in Switzerland
because she was "highly suspicious about his motives" and did
not "deem it appropriate" to meet.

"If Canavesi provided additional information about the statue's
provenance, how was the Getty going to confirm or disprove the
information?" True wrote. "If Canavesi did know where the piece came
from, why had he not simply provided his information?"

In other cases, True has said that antiquities dealers held back
fragments of objects sold to the Getty so they could later try to
sell the missing pieces to the museum for large sums of money.

Walsh, Williams and True's attorneys did not return calls seeking
comment.

Hartwig, the Getty spokesman, would not disclose what the trust's
recent investigation had uncovered.

"We are continuing to look at certain pieces of evidence," he
said. "This is a very complex object. There is a lot of information
about it that needs to be carefully looked at and deciphered."

***@...
http://www.latimes.com/news/local/la-me-getty11nov11,0,2313496,print.story?coll=la-home-local


MABIC =
http://rassegnastampa.beniculturali.it/Rassegnanew/

14/11/2006 -

14/11/06 Corriere della Sera L'Italia e le opere trafugate: embargo
contro il Getty - Il Getty non rende le opere. Rutelli: "Embargo
culturale" Panza Pierluigi 1
14/11/06 Corriere della Sera Rutelli embargo al Getty ...
14/11/06 Repubblica Rutelli al Getty: subito le opere o embargo
Mario
2006-11-15 19:05:27 UTC
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<***@yahoo.com> ha scritto nel messaggio news:***@f16g2000cwb.googlegroups.com...
I 52 reperti acquisiti in modo illegale. Il museo di Los Angeles:
Roma ci ripensi Il Getty non restituisce le opere
Rutelli: «Embargo culturale» «È finito il tempo delle trattative».
Per il ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli, il tempo per
una contrattazione amichevole con il Getty Museum «è scaduto».

Nel '43 all'improvviso due sommergibili giapponesi emersero nella baia di
Los Angeles e ne bombardarono i gasometri con i cannoni di bordo
Un ordine di cattura per queti dinasti Ghetty potrebbe in fin dei conti
essere eseguito da commandos di incursori italiani sbarcati da sottomarini
Si guadagnassero stipendio e indennità di missione
Proprietà e direzione del Ghetty museum devono essere catturati, assicuati
alla giustizia italiana e regolarmente processati dalla nostra giurisdizione
Grazia ai dinasti 'ancarcgeraaati contro la restituzione del maltolto
Con le buone si ottiene tutto
Nico Narsi
2006-11-16 07:39:22 UTC
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Post by m***@yahoo.com
Roma ci ripensi Il Getty non restituisce le opere
Mi chiedo se il nostro amico statunitense non abbia per caso letto, sulla
New York Review of Books, in un recente numero (16/11)
(http://www.nybooks.com/articles/19603), un articolo in proposito di Martin
Filler ("The Getty Villa", del 19/10), che, sebbene incentrato su temi
architettonici (l'ineffabile replica della Villa dei Papiri che ospita le
collezioni di antichità classica Getty), si esprime anche sul controverso
tema del rimpatrio dei 52 oggetti, prendendo le difese, nella chiusa, a
quanto pare, proprio di Marion True, l'ex curatrice dell'istituzione (un
"capro espiatorio"?) e, nel contempo, muovendo qualche critica al governo
italiano (che opererebbe in modo "unfair", non equo, peggiorando il problema
degli scavi illeciti e conseguente commercio clandestino a causa della
propria legislazione -sic!- che prevede l'assoluta proprietà statale di
tutti i reperti antichi di volta in volta riscoperti, "negando ogni
ricompensa" a chi li trova...; - più oltre si parla di "opportunistiche
campagne di stampa" per richiedere indietro i propri manufatti antichi...),
partendo dall'assunto che l'Italia si sarebbe offesa per il fallimento delle
trattative del 2002.

Al solito mi scuso con gli amici italiani se non ho il tempo di tradurre:

[inizio citazione]
the trust has also been negotiating with the Italian government, which wants
fifty-two objects repatriated.
However, neither the sum of those gestures-which some observers see as too
little, too late to discourage those countries from continuing their
prosecutions-nor the enthusiastic reception of Silvetti's work in Malibu has
done anything to diminish the continuing public relations debacle and
personal tragedy of the Marion True trial, which has been dragging on in a
series of hearings held months apart.

True was asked to resign from her Getty post not for any presumption of
guilt in the Italian action but because she accepted a personal loan the
trust considered an ethical conflict. Indeed, there is a widespread feeling
in museum circles that a woman esteemed among her peers has been made a
scapegoat for the questionable practices of the Getty Trust in making
acquisitions to rapidly increase its ancient holdings in quality and
quantity as the Getty Villa's reopening approached. Many believe, moreover,
that True is being singled out unfairly by the Italian government, which has
exacerbated the problem of illicit excavations and clandestine sales through
its system by which the state claims absolute ownership of all newly
discovered antiquities and denies any compensation to finders.

Perhaps the most telling difficulty is that the Getty's severely compromised
ethics have prevented it from protecting True, or even itself, with the
moral authority that other cultural officials, including Philippe de
Montebello of the Metropolitan Museum of Art, have commanded in defending
their institutions from opportunistic foreign campaigns to reclaim
antiquities. But de Montebello is a skilled diplomat, unlike the foolhardy
Getty officials whose outright refusal to return any works to Italian
authorities in 2002 was regarded as an insult and spurred the Italians'
decision to go after True. In the irony of ironies, True, who had quietly
negotiated the return of other disputed objects in the past, was not among
the Getty officials at the fateful meeting that the affronted Italians
deemed a casus belli.

The world in general, but America in particular, relishes cautionary tales
of great wealth causing great woe. Yet there can be little doubt that the
house that Getty built has brought its own plague of miseries on itself,
which can be comprehended without recourse to myths of supernatural
interference the ancients needed to make sense of such otherwise
inexplicable human folly.

[fine citazione]

Un saluto a tutti,

Nico
Nico Narsi
2006-11-22 14:39:26 UTC
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Post by m***@yahoo.com
Roma ci ripensi Il Getty non restituisce le opere
Rutelli: «Embargo culturale» «È finito il tempo delle trattative».
Pare ora che il Getty, della lista, voglia restituirne solo 25 (+1), per un
tot. di 26 reperti:

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2006/11_Novembre/22/opere.shtml
http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/spettacoli_e_cultura/getty-museum-polemiche/getty-museum-polemiche/getty-museum-polemiche.html

Niente Afrodite di Morgantina e atleta di Fano, insomma :-(

Aspettiamo le ulteriori puntate delllo spa-Getty western...

Un saluto a tutti,
Nico
Nico Narsi
2006-11-29 16:11:50 UTC
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Post by Nico Narsi
Niente Afrodite di Morgantina e atleta di Fano, insomma :-(
Aspettiamo le ulteriori puntate delllo spa-Getty western...
Mah, adesso pare che per l'Afrodite ci sia qualche possibilità:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/11_Novembre/29/getty.shtml

"Il Getty Museum di Los Angeles restituirà all'Italia la «Venere di
Morgantina». Lo farà fra un anno se il museo californiano non potrà
dimostrare che le appartiene in tutta legalità. Lo scrive sul Los Angeles
Times il direttore del Getty, Michael Brand, mantenendo però la linea dura
su un altro dei capolavori richiesti dall'Italia, un bronzo greco attribuito
a Lisippo trovato al largo di Fano".

L'articolo citato è questo:
http://www.latimes.com/news/printedition/asection/la-oe-brand28nov28,1,6641315.story

In realtà il fuoco delle dichiarazioni di Brand, secondo me, è sensibilmente
diverso (offre una ricostruzione delle passate trattative con l'Italia, e ne
stigmatizza l'intransigenza non del tutto fondata, a suo avviso), a proporre
un'interpretazione "politica" alle attuali rivendicazioni del governo
italiano nella persona del ministro Rutelli:

"We asked Italy to consider a creative solution for the "Cult Statue of a
Goddess," - the so-called Aphrodite - involving immediate joint ownership
during a period of collaborative research, and then, if necessary, a
willingness to submit to neutral, binding arbitration to resolve its
ultimate fate. With respect to the "Statue of a Victorious Youth" - the
so-called Getty Bronze - a Greek statue of an athlete found in international
waters off the coast of Italy in 1964, the Getty agreed to provide a formal,
written position regarding our claim to ownership"
(...)
"We came to that meeting, presided over by Rutelli at the beginning and end,
prepared to make significant compromises, including the immediate transfer
of title to the cult statue. Eventually we were told formally - for the
first time in almost 10 months of negotiations - that the political climate
in Italy precluded any agreement without the transfer of the "Statue of a
Victorious Youth." With no room for further discussion, the meeting ended.
I cannot compromise on the "Statue of a Victorious Youth." The Getty is a
California trust, which means in essence that our collections are publicly
held. No director of any such museum can "de-accession" or transfer
ownership of works of art without a legal basis.
I understand that Italy's claim to the bronze is an emotional and political
issue. But such claims cannot override the substantial legal evidence
supporting the Getty's ownership of the statue, including the fact that the
statue was obtained by the museum in 1977 only after Italian courts had
declared that there was no evidence that it belonged to Italy. Indeed, in
all Italian legal proceedings regarding the bronze, the Culture Ministry has
never before asserted a legal claim for this object.
(...)
"I also believe that it is appropriate for the Getty to continue to study
the origin and ownership history of the Aphrodite statue for up to one year.
If at the end of that year we cannot conclusively present a legal case for
Getty ownership of the statue, it too will be given to Italy".

Insomma, così conclude: "l'Italia deve resistere alla tentazione di
permettere che preoccupazioni di carattere politico eclissino l'obiettivo
che si pongono in tutto il mondo i musei d'arte: dare pubblico accesso alla
nostra condivisa eredità culturale ed artistica".

Un saluto a tutti,
Nico
Nico Narsi
2006-12-06 09:24:45 UTC
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Post by Nico Narsi
Aspettiamo le ulteriori puntate delllo spa-Getty western...
Importante intervento, oggi, in proposito di Settis (direttore della SNS e
ora Presidente del Consiglio Superiore Beni Culturali, nonchè in passato per
molti anni direttore del Getty Center for the History of Art and the
Humanities, dal 1994 al 1999) sul Corriere della Sera di oggi, 6/12, pag. 47
(intervista di Paolo Fallai): si dichiara fiducioso in un accordo col Getty
Museum -nella persona del suo nuovo direttore James N. Wood-, per cui spende
più di una parola di apprezzamento (e spezza una lancia anche in favore di
Marion True...), senza ovviamente scendere in dettagli concreti.
Su James N.Wood cfr.:
http://www.latimes.com/news/printedition/asection/la-et-critic5dec05,1,1969882.story?coll=la-news-a_section
Riporto di seguito larga parte dell'interessante -ed inedito- intervento,
invitando alla discussione:

[inizio citazione]

«Un accordo col Getty Museum si troverà». Sal­vatore Settis è ottimista.
Nonostante l'intensi­tà di uno scontro su pezzi archeologici trafu­gati,
commerci senza scrupoli e incauti acquisti, che ha spinto il ministro
Rutelli a minacciare addirittura un «em­bargo culturale» contro il museo
americano. E nonostan­te una tensione che ha fatto circolare le voci più
diverse, compresa quella di sue dimissioni da presidente del Consi­glio
superiore dei Beni culturali, smentita dal professore, che la definisce «un
argomento non all'ordine del giorno». Sono le ultime notizie da Los Angeles
a parlare in favore di un accordo: «Penso che questa - afferma convinto -
debba essere una delle priorità del nuovo presidente del Getty Trust,
nominato proprio ieri, James N. Wood, che fra l'altro ha studiato in Italia,
a Perugia. Il nuovo presi­dente sa che il Getty cominciò a prender coscienza
del pro­blema già nel 1995 e potrebbe mostrare nelle discussioni col nostro
Ministero più apertura e flessibilità».

Fino ad oggi Salvatore Settis - direttore della Norma­le di Pisa e uno dei
massimi esperti d'arte italiani - di questo non aveva mai parlato. Eppure,
pochi possono van­tare un osservatorio privilegiato come il suo: dal 1994 al
1999 è stato Direttore del Research Institute del Getty, la struttura di
ricerca che con i suoi 800.000 volumi vanta la più importante biblioteca al
mondo di storia dell'arte, vi­vendo fianco a fianco con il Museo e con i
suoi curatori. Gli stessi, messi oggi sotto accusa, per le incaute
acquisizio­ni. Una in particolare, quella Marion True, sotto processo a Roma
dove deve rispondere di associazione per delinque­re e ricettazione di beni
archeologici.

Il professore è appena tornato dagli Usa, dove ha ac­compagnato il ministro
Francesco Rutelli e dove ha rice­vuto il prestigioso premio della
«Foundation for Italian Art & Culture». Ed è proprio vicino a Rutelli - e
condivi­dendo le sue posizioni - che ha vissuto l'escalation dello scontro:
la richiesta di restituzione di 52 reperti archeologici e la controproposta
del Getty di rimandarne indietro solo 26 e non i più importanti: la Venere
di Morgantina e l'Atleta di Fano attribuito a Lisippo.

Questa vicenda - insiste Settis - «è molto più complessa di come appare.
Quello che gli italiani spesso non sanno è come è fatto il Getty Museum,
come è na­to, cosa c'è dietro. Quando John Paul Getty è morto, nel 1976,
aveva comprato pochi pezzi pregiati, ma ha lasciato 750 milioni di dollari
al "Trust" destinato a proseguire gli acquisti. Quel fondo in pochi anni è
arrivato a 9 miliardi di dollari. Una cifra impressionante che ha sconvolto
il mercato mondiale dell'arte. Ci sono stati anni in cui le quotazioni sono
letteralmente impazzite, perché ovunque c'era una offerta il Getty arrivava
e comprava». Negli anni '80 molti acquisti di antichità sono stati gesti­ti
dal curatore di allora, Jiri Frel, alcuni dei quali - secon­do Settis -
«doppiamente imprudenti. Ha comprato pez­zi che si sono rivelati dei falsi e
opere la cui provenienza non era garantita». È dopo questa stagione che
arriva al Getty Museum la nuova curatrice Marion True. «La sua politica
degli acquisti all'inizio non si differenzia dal prede­cessore - spiega
Settis -, ma d'altronde in quel momen­to nessun archeologo americano si
faceva scrupoli ad ac­quistare da un tombarolo. Era considerato prevalente
l'in­teresse del Museo. Un ex direttore del Metropolitan, Thomas Hoving,
nelle sue memorie, ne parla tranquillamen­te». «Quando Marion True ha
comprato la Venere di Morgantina (1988) io ero là, invitato come Getty
scholar - racconta Settis -, l'ho vista arrivare. Io non sono certo che
provenga proprio da Morgantina, ma che venisse dall'Italia non c'era alcun
dubbio. E la natura dell'acquisto era più che sospetta. Lo dissi subito a
Marion True, guar­da che questa opera è nostra». «Ma qualche anno dopo -
aggiunge Settis -, siamo a metà degli anni Novanta, co­mincia ad affermarsi
un nuovo modo di pensare degli ar­cheologi americani. E si lega al crescere
della protesta "di­fensiva" che andava maturando in Italia, in Grecia, in
Turchia, i Paesi più depredati. Gli archeologi americani si so­no resi
sempre più conto che l'acquisto di pezzi singoli senza conoscere la
provenienza avrebbe depauperato il va­lore stesso di quell'oggetto dal punto
di vista scientifico. Cresceva la consapevolezza che quelle acquisizioni
erano eticamente ingiuste. Il Getty Museum è stato il primo a mettersi in
questa direzione. La moralizzazione è comin­ciata proprio da loro. E la
prima a muoversi, è giusto rico­noscerlo, è stata proprio Marion True».

Settis si rende conto che l'affermazione contrasta e non poco con l'immagine
«rapace» che il Getty e i suoi curatori si sono fatti in Italia. E con una
realtà processuale contro Marion True che a febbraio arriverà alla sentenza.
«Io non commento le carte processuali, posso solo raccontare quello che ho
visto: dopo la nomina al Research Institute del Getty, arrivai a Los Angeles
il 6 gennaio 1994. Due settimane dopo Marion True mi invitò a pranzo in un
ri­storante veneto di Santa Monica, "Remi". Qui mi confidò di avere scoperto
che alcuni pezzi acquistati erano stati trafugati in Italia. Le risposi che
c'era una cosa sola da fare, restituirli. I pezzi venivano da uno scavo
clandestino a Francavilla Marittima, in Calabria e oltre al Getty erano
finiti al Museo dell'università di Berna e a Copenhagen. Marion True invitò
a Los Angeles i responsabili del Mu­seo di Sibari, e fece in modo che la
restituzione compren­desse anche i pezzi di Berna e Copenhagen. Il Getty si
fece carico del restauro e ora quelle opere sono a Sibari. Negli anni
successivi questa cosa si è ripetuta cinque o sei volte. Nel 1995 il Getty
Museum fu il primo a dotarsi di una specifica "policy" per le acquisizioni
che lo impegnava a non comprare nulla la cui provenienza non fosse
garanti­ta».

Ma anche questa iniziativa non doveva mettere al ripa­ro il museo dai
rischi, visto che la successiva acquisizione della collezione Fleischmann
sarebbe finita, insieme agli acquisti imprudenti di Frel e della True,
nell'inchiesta aperta dalla magistratura italiana. «A Los Angeles -
rac­conta Settis -vidi il generale dei carabinieri Roberto Conforti, gli
dissi il poco che sapevo, d'altronde io non ero mai stato coinvolto in alcun
modo negli acquisti. Ma il primo museo americano a fare restituzioni è stato
proprio il Getty, mentre il Metropolitan e il Boston Museum allora non ne
parlavano nemmeno. Il famoso Vaso di Eufronio ven­ne acquistato dal
Metropolitan negli anni Settanta: che fosse stato trafugato a Cerveteri era
certo dal primo giorno. Oggi il vaso è ancora lì, ma sotto c'è scritto
"proprietà del governo italiano" e prima o poi tornerà a casa». Salva­tore
Settis non ha mai avuto a che fare col mercato dell'arte ma sa bene che
«specialmente nell'archeologia è da sem­pre pieno di zone grigie». Ma è
anche convinto che «sebbe­ne sia difficile separare il lecito dall'illecito,
il confine si è spostato verso la legalità e questo è straordinariamente
positivo».

D'altronde la dimostrazione di una provenienza sul pia­no strettamente
archeologico talvolta può soddisfare gli studiosi, ma risultare fragile in
modo sorprendente sul pia­no giuridico: «L'unica salvezza - insiste Settis-è
sposta­re la discussione sul piano etico-deontologico. Deve essere chiaro
che l'archeologo che contribuisce con un acquisto incauto a distruggere un
contesto, a impoverire un territo­rio, è come un medico che consapevolmente
fornisce a un paziente malato, una cura sbagliata».

[fine citazione]

Un saluto a tutti,
Nico
Righel
2006-12-07 23:04:02 UTC
Permalink
.... Oggi il vaso è ancora
lì, ma sotto c'è scritto "proprietà del governo italiano" e prima o poi
tornerà a casa».
Mi auguro che sia stato un lapsus di Settis o di chi riferisce le sue frasi.
Quel vaso è proprietà dello Stato italiano o, meglio ancora, della Nazione
italiana. Non certo del governo.
Qualunque sia questo governo.

Saluti,
--
Righel (e-m in "Reply To")
_________________________
http://digilander.libero.it/Righel40/
http://digilander.libero.it/F.I.S.A/
m***@yahoo.com
2006-11-23 00:28:00 UTC
Permalink
November 22, 2006 04:27 PM Eastern Time
Il Museo J. Paul Getty restituirà 26 oggetti all'Italia
Il Ministero della cultura italiano si rifiuta di onorare l'accordo
stipulato con il Museo Getty finalizzato all'instaurazione di un
rapporto di collaborazione a lungo termine

LOS ANGELES--(BUSINESS WIRE)--Michael Brand, direttore del Museo J.
Paul Getty, ha annunciato oggi che il Museo Getty intende restituire
all'Italia 26 oggetti appartenenti alla propria collezione di oggetti
di antichi, costituiti da 25 che compaiono nell'elenco degli oggetti la
cui proprietà è stata rivendicata dal Ministero della cultura
italiano, e da un ulteriore oggetto di cui il Getty ha reputato
opportuna la restituzione in seguito ad indagini condotte in proprio
sulle rivendicazioni presentate dall'Italia. Esso ha inoltre notificato
il Ministero della cultura in merito al proprio proposito di continuare
a condurre delle indagini volte a determinare l'origine della Statua di
culto di una dea, oggetto di controversia, specificando che, nel caso
in cui da dette indagini dovesse emergere che tale statua andrebbe
restituita all'Italia, il Museo è disposto a provvedere al
trasferimento del relativo titolo di proprietà.

Il Museo Getty ha deciso di restituire all'Italia questi 26 oggetti -
tra cui sono da annoverarsi varie opere d'arte importanti - nonostante
il fatto che il ministero sembra rifiutarsi di adempiere ad un accordo
sottoscritto in precedenza da alcuni suoi rappresentanti e dal Getty a
Roma in data 5 ottobre. Tra le altre questioni, tale accordo garantiva
delle concessioni in prestito a lungo termine a sostituzione di alcuni
degli oggetti che il Getty intende restituire, oltre a stabilire uno
scadenzario per delle iniziative di collaborazione a lungo termine.

Il Dottor Brand ha dichiarato di aver compiuto un altro tentativo di
applicazione dell'accordo datato 5 ottobre in occasione di una riunione
tenutasi il 17 novembre a Roma, ma che il Ministero ha continuato
invece ad insistere su ulteriori concessioni, tra cui la restituzione
della 'Statue of a Victorious Youth', spesso chiamata il Bronzo del
Getty.

Il Dottor Brand ha fatto presente al Ministro della Cultura italiano
Francesco Rutelli che il Getty non avrebbe restituito il Bronzo del
Getty in considerazione della sussistenza di ampie prove che dimostrano
che la statua in questione è stata rinvenuta in acque internazionali
nel 1964 e che è stata ottenuta dal Museo Getty solo in seguito alla
dichiarazione rilasciata dai tribunali italiani stessi ai sensi della
quale non esisteva alcuna prova che essa appartenesse all'Italia. Egli
ha riferito al ministro che il Getty ritiene che il suo diritto di
proprietà nei confronti della statua non sia ragionevolmente
confutabile.

"Il Getty desidererebbe collaborare con il Ministero della cultura
italiano per promuovere una maggior comprensione del patrimonio
artistico e culturale dell'Italia e per rendere omaggio e
pubblicizzarne la ricca storia sotto il profilo artistico. Considerata
l'importanza estrema attribuita dal Getty al raggiungimento di
un'intesa con il ministero italiano che possa spianare la strada a
numerosi anni di collaborazione ed amicizia tra i due, sono alquanto
deluso dal fatto che il ministero si rifiuti di adempiere ad un
contratto che esso stesso ha sottoscritto e che avrebbe consentito di
concretizzare i suddetti propositi. Noi siamo fermamente convinti che
l'instaurazione di una collaborazione costituisce il modo più efficace
per promuovere l'apprezzamento del patrimonio culturale universale", ha
dichiarato il Dottor Brand. "Siamo disposti a riprendere le trattative
per l'instaurazione di un rapporto di collaborazione produttivo a lungo
termine in qualsiasi momento".

Il documento sottoscritto dai rappresentanti del Getty e da quelli del
Ministero della cultura italiano lo scorso ottobre comprendeva un
accordo ai sensi del quale il Getty era tenuto a restituire 26 oggetti
ed il museo intende onorare tale disposizione contrattuale. Questo
accordo firmato prevedeva un innovativo approccio di comproprietà
della Statua di culto di una dea proposto dal Getty. Questa proposta
era intesa a consentire ad entrambe le parti di collaborare a ricerche
accademiche e a condurre ulteriori indagini, ove al termine del periodo
prestabilito di quattro anni, sarebbe stato disponibile un arbitraggio
vincolante imparziale per la risoluzione della controversia relativa
alla proprietà nel caso in cui dalle indagini non fossero emerse delle
prove conclusive a favore del Museo Getty o dell'Italia quale
proprietario legittimo della statua. A detta del Dottor Brand, il
ministero ha rifiutato tale approccio. Durante la riunione del 17
novembre, il Getty si è dichiarato disposto a trasferire il pieno
diritto di proprietà della statua di culto durante il periodo della
ricerca, ma questo approccio è stato anch'esso rifiutato. Il Getty,
pertanto, ha deciso di intraprendere ulteriori ricerche per conto
proprio, ma di trasferire comunque il titolo di proprietà all'Italia
se gli esiti delle ricerche dovessero dimostrare la fondatezza della
rivendicazione da parte dell'Italia. Dette indagini verranno ultimate
entro un anno.

Infine, l'accordo di ottobre sanciva alcune disposizioni concernenti la
concessione di oggetti in prestito al Getty da parte del Governo
italiano, una collaborazione a progetti di ricerca, borse di studio,
iniziative di preservazione, lo sviluppo congiunto di mostre ed un
impegno di attuazione di sforzi congiunti volti a porre fine al
commercio illegale di oggetti antichi. Verso la fine di ottobre, il
Dottor Brand ha annunciato che il Museo J. Paul Getty ha adottato una
nuova rigorosa politica in materia di acquisizioni intesa, perlomeno in
parte, a far fronte alla questione quivi trattata.

"Sebbene continuiamo a nutrire la speranza che il Governo italiano
decida di tener fede all'impegno assunto di collaborazione con il Getty
in futuro, conformemente a quanto concordato in ottobre, il
trasferimento degli oggetti da parte del Getty non è condizionato in
alcun modo dal raggiungimento di una siffatta intesa. In termini puri e
semplici, riteniamo che trasferire questi oggetti all'Italia sia la
cosa giusta da farsi, a prescindere dall'ottenimento o meno di qualcosa
in cambio", ha dichiarato il Dottor Brand.

Egli ha proseguito dicendo: "Pur essendo pienamente intenzionato ad
accertarmi che il Museo J. Paul Getty adempia a tutti i propri obblighi
a livello internazionale, ho un dovere altrettanto importante di
preservare e tutelare la collezione del Museo Getty e di rispettare le
leggi della California disciplinanti i contratti fiduciari. Ciò
significa che non posso restituire oggetti, come la 'Statue of a
Victorious Youth' nei confronti della quale l'Italia - come essa stessa
ha ammesso - non ha alcun diritto, oppure oggetti per i quali non vi
siano prove sufficiente o conclusive a supporto della rivendicazione da
parte dell'Italia".

Il Getty è in attesa di istruzioni dai funzionari del ministero
competenti in merito alla restituzione dei 26 oggetti, che avrà luogo
prossimamente. Nel corso delle trattative con i funzionari del
ministero, il Getty ha spiegato chiaramente che il Getty non ha
acquisito, per quanto gli risulta, alcun oggetto illegalmente esportato
o illecitamente tratto da scavi, specificando che la conservazione,
l'esposizione al pubblico generale e la pubblicazione di tutti questi
oggetti dimostrano chiaramente che il Getty è interessato unicamente a
tener fede alla propria missione quale museo impegnato nella promozione
dell'ampliamento della cultura.

Oggetti di cui è previsto il trasferimento di proprietà allo Stato
italiano

1. Askos a forma di sirena - 92.AC.5
2. Frammenti di affresco - 71.AG.111
3. Lekanis - 85.AA.107
4. Due grifoni nell'atto di attaccare una colomba caduta - 85.AA.106
5. Pelike apula a figure rosse - 87.AE.23
6. Loutrophorus apulo a figure rosse - 84.AE.996
7. Tazza attica a figure nere - 87.AE.22
8. Kalpis attica a figure rosse - 85.AE.316
9. Kylix attica a figure rosse - 84.AE.569
10. Pelike apula recante le armi di Achille - 86.AE.611
11. Vaso a calice attico a figure rosse - 88.AE.66
12. Frammenti di Phiale di Douris - 81.AE.213 (varie)
13. Vaso a spirale apulo a figure rosse - 85.AE.102
14. Vaso a calice attico a figure rosse - 92.AE.6 e 96.AE.335
15. Kanthros maschera attica a figure rosse - 85.AE.263 (varie)
16. Askis anatra in decorazione plastica a figure rosse - 83.AE.203
17. Statua di Apollo - 85.AA.108
18. Gruppo di frammenti di calice a figure rosse
(Pittore berlinese, Pittore di Kleophrades) - 77.AE.5
19. Anfora della regione Pontica - 96.AE.139
20. Antefissa a forma di una menade e di sileni danzanti - 96.AD.33
21. Vaso attico campaniforme a figure rosse - 81.AE.149
22. Vaso a spirale apulo a figure rosse - 77.AE.14
23. Statuetta di Dioniso - 96.AA.211
24. Olpe frammentata corinzia - 81.AE.197.2
25. Lekythos seduta di Paestum - 96.AE.119

Getty Communications
Ron Hartwig/Julie Jaskol, +1 (310) 440 7360
***@getty.edu


http://home.businesswire.com/portal/site/google/index.jsp?ndmViewId=news_view&newsId=20061122005580&newsLang=it
Post by m***@yahoo.com
Roma ci ripensi Il Getty non restituisce le opere
Rutelli: «Embargo culturale» «È finito il tempo delle trattative».
Per il ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli, il tempo per
una contrattazione amichevole con il Getty Museum «è scaduto». Tanto
che non si esclude l'adozione di quello che i giornali americani e
inglesi hanno definito un «embargo artistico-culturale» nei confronti
del Getty Museum di Los Angeles da parte dell'Italia se non
restituirà i 52 capolavori ritenuti trafugati (su questo è in corso
anche un processo a Roma contro la precedente curatrice del Getty,
Marion True) tra cui la celebre Venere di Morgantina e l'Atleta di
Fano attribuito a Lisippo.
Che siamo di fronte a un complesso caso internazionale lo dimostra la
frequenza degli articoli sul caso Getty-Italia apparsi negli ultimi
giorni: il 9 novembre se ne è occupato il New York Times, l'altro
ieri il Los Angeles Times e ieri il Times di Londra. E le
affermazioni di Rutelli contenute negli articoli sono in linea con
quanto già affermato venerdì scorso al convegno organizzato a Roma
dal Fai, quando aveva detto, senza fare nomi, «mi chiedo come
facciano a non vergognarsi alcuni grandi musei a continuare ad
esporre opere rubate».
«Ho cercato negli ultimi sei mesi di spiegare la situazione in modo
amichevole alle persone responsabili del Getty- ha affermato il
ministro - ma se loro non hanno ancora compreso, temo che la
procedura conciliatoria terminerà e inizierà un contenzioso vero e
proprio». Secondo un altro funzionario italiano intervistato dal Los
Angeles Times, il paventato embargo significherebbe «nessuna
esibizione, nessuno studio, nessuna iniziativa culturale per il
Getty, che rimarrebbe escluso da qualsiasi iniziativa in Italia ».
Alle parole del vicepremier e del funzionario hanno fatto eco anche
quelle del direttore per i Beni culturali, Giuseppe Proietti: «Basta!
Non è stato compiuto un singolo passo in avanti. Non accetteremo
soluzioni parziali. Suggerirò al governo di adottare iniziative
sanzionatorie di carattere culturale contro il Getty». Un'iniziativa
unica nel suo genere, pur avendo un effetto più simbolico che reale,
poiché l'Italia presta poche opere all'estero.
Sebbene l'Italia abbia recentemente raggiunto con alcuni importanti
musei americani, come il Metropolitan Museum di New York e il Museum
of Art di Boston, significativi accordi per ottenere la restituzione
di opere d'arte trafugate, il Getty Museum, per ora, ha restituito
solo 26 pezzi dei 52 contestati. E anche per questo motivo a carico
della precedente curatrice del Getty, Marion True, pende un processo
-
di alte conseguenze per il tema delle restituzioni delle opere
d'arte - per l'accusa di aver acquistato illegalmente opere
provenienti dal suolo italiano. Venerdì scorso, durante il processo,
il Getty ancora una volta ha scelto di non fornire informazioni sulle
origini della Venere di Morgantina, acquistata in circostanze non
chiare per 18 milioni di dollari nel 1988 dal mediatore Robin Symes,
che l'aveva acquistata da Renzo Canavesi, un siciliano abitante in
Svizzera che aveva dichiarato di possederla dal 1939.
Gli avvocati del Getty, che continuano a difendere l'ex curatrice
delle antichità, la True - anche se questa è stata costretta alle
dimissioni nell'ottobre 2005 per il sospetto di provenienze illegali
e anche per il discusso acquisto di una proprietà in Grecia con soldi
di un «trafficante» d'arte - dicono che le prove sono insufficienti
per determinare esattamente la provenienza della Venere. Secondo
alcuni commentatori, Ron Hartwig, il portavoce del Getty, non avrebbe
realmente mai svelato ciò che la recente investigazione della
fondazione ha scoperto sulla Venere. «Continuiamo a cercare prove
certe - si è limitato a dire -. Ci sono molte informazioni che
devono
essere attentamente guardate e decifrate».
Ieri Rutelli era a Bruxelles per un incontro con i ministri della
Cultura degli altri Paesi europei e non ha ulteriormente commentato.
Il Getty, invece, spera da parte sua in un ammorbidimento della
posizione italiana. «Spero che la saggezza e la ragione prevarranno e
i due contendenti, Italia e Getty, troveranno un accordo », ha detto
Hartwig. Le autorità italiane aggiungono però che il negoziatore del
Getty, Ron Olson della Los Angeles Munger Tolles & Olson, ha
considerato le negoziazioni solo come un affare «commerciale»,
preoccupato di come la restituzione delle opere influenzerebbe i
conti della fondazione. Quanto al nuovo direttore del Getty, Michael
Brand, avrebbe partecipato sporadicamente ai negoziati.
Pierluigi Panza
14 novembre 2006
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/11_Novembre/14/panza.shtml
http://www.latimes.com/news/local/la-me-
getty11nov11,0,7970231,full.story?coll=la-home-local
Getty risks 'embargo,' Italy warns
Officials in Rome threaten to suspend "all cultural cooperation" with
the museum as talks on the return of antiquities stall.
By Jason Felch and Ralph Frammolino
Times Staff Writers
November 11, 2006
ROME - Frustrated by the J. Paul Getty Trust's refusal to return a
prized statue of Aphrodite and a score of other antiquities, Italian
officials are threatening to impose an unprecedented "cultural
embargo" on the Los Angeles museum that would prevent its borrowing
any artwork from or conducting research in their country.
The impasse in talks came as new evidence was submitted Friday in the
criminal trial of the Getty's former antiquities curator that the
museum chose not to pursue information about the Aphrodite statue's
origins when presented with an opportunity a decade ago.
Marion True told prosecutors in a statement entered into evidence
that in 1996 the statue's former owner provided the Getty with photos
of the 7 1/2 -foot depiction of the goddess and offered several
fragments still in his possession.
But True said she was "highly skeptical" of the man's motives and
decided it was "inappropriate" to accept his invitation to meet in
Switzerland, according to a copy of the statement obtained by The
Times.
That decision looms large today for both True and the Getty, because
the marble and limestone figure has come to play the starring role in
the dispute between Italy and the trust.
To Italian authorities, the statue symbolizes what they see as the
museum's brazen exploitation of the illicit trade in ancient art.
Getty officials say there is insufficient evidence to determine
exactly where the statue comes from, and they have so far refused to
return it.
Four months ago both sides announced an agreement in principle for
the museum to return "a number of very significant" artworks in
exchange for loans from Italy.
Since then, the Getty has quietly offered 26 objects, including
masterpieces such as a marble statue of Apollo and a sculpture of
mythical griffins devouring a fallen deer. Italy, in turn, agreed to
withdraw its claim for six objects that it conceded may have been
found outside its borders.
But deciding the fate of the 21 remaining disputed objects, dominated
by the Aphrodite and a bronze statue of a young athlete, has proved
difficult.
"Basta!" said Giuseppe Proietti, a senior cultural official, in a
recent interview, using the Italian word for "enough."
"The negotiations haven't made a single step forward," he said. "We
will not accept partial solutions. I will suggest the Italian
government take cultural sanctions against the Getty, suspending all
cultural cooperation."
Francesco Rutelli, Italy's minister of culture and vice president,
was awaiting the latest response from the Getty before deciding
whether to go ahead with an embargo, but he warned Friday that time
was running out.
"I tried to explain it amicably to the people responsible for the
Getty for the last six months," Rutelli said in a statement to The
Times. "If they still haven't understood it, I'm afraid the process
of conciliation will end and a serious conflict will begin."
According to another Italian official familiar with the Getty
negotiations, the embargo would mean "no excavations, no exhibitions,
no cultural studies.... The Getty is out of order in Italy."
Several museum experts said such an embargo would have symbolic
effect but might otherwise be limited because Italy has not been
generous with loans in the past.
"It's a fight for world opinion," said Ruth Weisberg, dean of the USC
Roski School of Fine Arts. "It's certainly an attempt to embarrass
and isolate the Getty."
Getty officials acknowledged the impasse but said they were still
hopeful an agreement could be reached soon.
"My sense is that wisdom and reason will reign here, and the two
sides, Italy and the Getty, will find a way to get past whatever
problems exist in the short term," said Getty spokesman Ron Hartwig,
adding that the museum continues to evaluate information about the
Aphrodite statue.
Since talks started with the Getty in January, Italy has forged
cultural agreements with New York's Metropolitan Museum of Art and
Boston's Museum of Fine Art, which both agreed to return objects in
exchange for loans of antiquities from Italy.
The Getty's negotiations are complicated by the criminal case against
True, who is accused of conspiring to traffic in looted art. Although
she was forced to resign last year for unrelated reasons, the Getty
continues to pay for her defense, and museum officials have been
worried that giving back objects might further implicate the former
curator.
In addition to the dispute over the Aphrodite statue, Italian
authorities cite several causes for the recent breakdown in talks.
Unlike the other museums, the Getty has sent attorneys to negotiate
rather than its museum director, Michael Brand, who has participated
sporadically, Italian officials say.
"With the Boston MFA and the Met, our counterparts were the
directors," said Proietti. "With the Getty, it is lawyers. This is an
obstacle to realizing a cultural agreement."
Italian authorities also say the Getty's negotiator, Ron Olson of the
Los Angeles firm Munger Tolles & Olson, has approached the
negotiations as a "commercial" deal, concerned more about how giving
back valuable artwork would affect the inventory of the $5.5-billion
trust than about cultural issues.
For example, they say, Olson has stressed repeatedly that if the
Getty returned all the disputed objects it might trigger an
investigation by the California attorney general into whether the
trust's board was adequately safeguarding the nonprofit's assets.
A spokesman for Atty. Gen. Bill Lockyer, whose office regulates
nonprofits in California, said, however, that any potential
investigation would focus on whether the Getty board was negligent in
purchasing the antiquities in the first place - not on whether any or
all of the art should be given back.
Italian cultural officials were also offended by Olson's inclusion of
the U.S. ambassador in a recent round of talks, something they
interpreted as a clear attempt to politicize the cultural
negotiations.
Olson would not comment on the negotiations.
Records show that his firm has hired private investigators to
investigate the origin of the Aphrodite, something the museum chose
not to do in 1996, according to True's statement.
True said Harold Williams, then-chief executive of the trust,
received a letter from a Swiss man who claimed to be the previous
owner of the statue. The letter included several photos of the
figure, including one of its marble head.
According to the statement, Williams passed the letter to then-museum
Director John Walsh, who forwarded it to True with a note, "What do
you make of this?"
"We both agreed it was strange and suspicious," True said in the
statement.
True wrote that she was able to confirm with the dealer who had sold
the statue to the Getty that Renzo Canavesi was indeed the former
owner, but declined the man's invitation to meet in Switzerland
because she was "highly suspicious about his motives" and did
not "deem it appropriate" to meet.
"If Canavesi provided additional information about the statue's
provenance, how was the Getty going to confirm or disprove the
information?" True wrote. "If Canavesi did know where the piece came
from, why had he not simply provided his information?"
In other cases, True has said that antiquities dealers held back
fragments of objects sold to the Getty so they could later try to
sell the missing pieces to the museum for large sums of money.
Walsh, Williams and True's attorneys did not return calls seeking
comment.
Hartwig, the Getty spokesman, would not disclose what the trust's
recent investigation had uncovered.
"We are continuing to look at certain pieces of evidence," he
said. "This is a very complex object. There is a lot of information
about it that needs to be carefully looked at and deciphered."
http://www.latimes.com/news/local/la-me-getty11nov11,0,2313496,print.story?coll=la-home-local
MABIC =
http://rassegnastampa.beniculturali.it/Rassegnanew/
14/11/2006 -
14/11/06 Corriere della Sera L'Italia e le opere trafugate: embargo
contro il Getty - Il Getty non rende le opere. Rutelli: "Embargo
culturale" Panza Pierluigi 1
14/11/06 Corriere della Sera Rutelli embargo al Getty ...
14/11/06 Repubblica Rutelli al Getty: subito le opere o embargo
Nico Narsi
2006-11-23 09:36:06 UTC
Permalink
<***@yahoo.com> ha scritto nel messaggio news:***@h54g2000cwb.googlegroups.com...
November 22, 2006 04:27 PM Eastern Time
Post by m***@yahoo.com
Il Museo J. Paul Getty restituirà 26 oggetti all'Italia
[cut]
Post by m***@yahoo.com
1. Askos a forma di sirena - 92.AC.5
2. Frammenti di affresco - 71.AG.111
3. Lekanis - 85.AA.107
4. Due grifoni nell'atto di attaccare una colomba caduta - 85.AA.106
5. Pelike apula a figure rosse - 87.AE.23
6. Loutrophorus apulo a figure rosse - 84.AE.996
7. Tazza attica a figure nere - 87.AE.22
8. Kalpis attica a figure rosse - 85.AE.316
9. Kylix attica a figure rosse - 84.AE.569
10. Pelike apula recante le armi di Achille - 86.AE.611
11. Vaso a calice attico a figure rosse - 88.AE.66
12. Frammenti di Phiale di Douris - 81.AE.213 (varie)
13. Vaso a spirale apulo a figure rosse - 85.AE.102
14. Vaso a calice attico a figure rosse - 92.AE.6 e 96.AE.335
15. Kanthros maschera attica a figure rosse - 85.AE.263 (varie)
16. Askis anatra in decorazione plastica a figure rosse - 83.AE.203
17. Statua di Apollo - 85.AA.108
18. Gruppo di frammenti di calice a figure rosse
(Pittore berlinese, Pittore di Kleophrades) - 77.AE.5
19. Anfora della regione Pontica - 96.AE.139
20. Antefissa a forma di una menade e di sileni danzanti - 96.AD.33
21. Vaso attico campaniforme a figure rosse - 81.AE.149
22. Vaso a spirale apulo a figure rosse - 77.AE.14
23. Statuetta di Dioniso - 96.AA.211
24. Olpe frammentata corinzia - 81.AE.197.2
25. Lekythos seduta di Paestum - 96.AE.119
E il 26°? :-)

...e il 26° è un cratere a volute apulo a figure rosse - 77.AE.13
(la lettera originale è disponibile p.e. qui:
http://download.repubblica.it/pdf/rutelli.pdf )

...ma in realtà all'Italia ne interessano più che altro due non inclusi :-(

Cfr. le dichiarazioni dell'avvocato del Getty, Ron Olson:

"Olson said Italian Cultural Minister Francesco Rutelli made it clear there
would be no deal unless the Getty gave back the bronze. "They gave us a
non-negotiable demand for the bronze, and we're not crossing that line,"
Olson said. "We were told in no uncertain terms that unless there is a
transfer of both the bronze and the Aphrodite, there will be no deal.""

(http://www.latimes.com/news/printedition/la-me-getty22nov22,1,7571406.story)

Insomma, senza Getty Bronze (aka victorious youth aka atleta di Fano) e
Afrodite di Morgantina, nessun accordo, questa la linea di Rutelli...

Un saluto a tutti,
Nico
Mario
2006-11-23 12:01:47 UTC
Permalink
Post by Nico Narsi
"Olson said Italian Cultural Minister Francesco Rutelli made it clear
there would be no deal unless the Getty gave back the bronze. "They gave
us a non-negotiable demand for the bronze, and we're not crossing that
line," Olson said. "We were told in no uncertain terms that unless there
is a transfer of both the bronze and the Aphrodite, there will be no
deal.""
Mi chiedo cosa aspettano i nostri archeologi disoccupati a organizzarsi in
un corteo nerboruto e chiudere d'autorità per doverosa ritorsione le
concessioni di scavo fatte a università amerikane
m***@yahoo.com
2006-11-23 22:24:51 UTC
Permalink
It was really amazing to read on the webpage MIBAC 23-11-2006 "Rassagna
Stampa" a list of nearly 30 Italian & English language news articles
regarding sad news of the Getty Museums refusal to return the "ALL"
of the stolen Italian artifacts requested by Minister Rutelli and the
MIBAC and the Italian government, etc.

1. MIBAC 22-11-2006, CONFERENZA STAMPA SUL GETTY MUSEUM =
http://www.beniculturali.it/news/comunicati/dettagliocomunicati.asp?Id=2324


2. MIBAC 23-11-2006 =

http://rassegnastampa.beniculturali.it/Rassegnanew/

3. La Repubblica, 23-11-2006, Rutelli contro il Paul Getty Museum "Non
possono esporre opere rubate" =

http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/spettacoli_e_cultura/getty-museum-polemiche/parla-rutelli/parla-rutelli.html

4. La Repubblica, 23-11-2006, Copy of letter 20-11-2006, from Museum
Director Brand to Min. Rutelli. =

http://download.repubblica.it/pdf/rutelli.pdf

Personally, I think the former Italian Ministers of Culture and the
Italian government have not done enough legally, to make the Director
of the Getty Museum to comply with the UNESCO laws and the Italian laws
concerning returning of stolen artifacts to Italy.

Min. Rutelli, and the Italian government now needs to act
diplomatically and economically to make Getty return the stolen
artifacts, as well as recover the cost of legal fee's the Mibac and
the Italian Government has had to spend on the ongoing trial of former
curator of Marion True and the Getty Museum proceeding!

1. Begin a publicity campaign to inform Italian related organizations
here in the USA to bring this issue to the attention of US. Congress,
Italian-Americans and the American people to a make them aware of the
arrogance and refusal of the Getty Museum to return the stolen
artifacts to Italy.
2. For "ALL" Americans traveling to Italy increase the fee's to
entrance archaeological & cultural sites, museums!
3. For all American academic institutions (i.e the American Academy in
Rome) and American Universities from the USA conducting archaeological
& cultural research in Italy, have them pay a 3% administration or
research fee.
4. Inform Italian citizen traveling to the USA to boycott and not to
visit the Getty Museum or related organizations affiliated with the
Getty museum.

Martin G. Conde
Washington DC, USA
Post by Mario
Post by Nico Narsi
"Olson said Italian Cultural Minister Francesco Rutelli made it clear
there would be no deal unless the Getty gave back the bronze.
Mi chiedo cosa aspettano i nostri archeologi disoccupati a organizzarsi in
un corteo nerboruto e chiudere d'autorità per doverosa ritorsione le
concessioni di scavo fatte a università amerikane
Nico Narsi
2006-11-24 08:34:18 UTC
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"Nico Narsi" <***@tin.it> ha scritto nel messaggio news:45656ae0$***@x-privat.org...
,1,7571406.story)
Post by Nico Narsi
Insomma, senza Getty Bronze (aka victorious youth aka atleta di Fano) e
Afrodite di Morgantina, nessun accordo, questa la linea di Rutelli...
Ed infatti nella conferenza stampa di ieri mattina Rutelli ha ribadito la
posizione dello stato italiano:

http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/spettacoli_e_cultura/getty-museum-polemiche/parla-rutelli/parla-rutelli.html

[inizio citazione]

"l'Italia non rinuncerà mai né all'Aphrodite, frutto di uno scavo a
Morgantina in Sicilia nel 1979, né all'Atleta bronzeo che venne rinvenuto
nelle acque di Fano da alcuni pescatori nel 1964, nascosto in Italia e poi
fatto espatriare illegalmente per essere rivenduto al Getty. Spiega Rutelli:
"Dicono che è stato trovato in acque internazionali? Ebbene noi abbiamo i
verbali dei carabinieri che sostengono il contrario, ovvero che la statua
venne pescata in acque italiane al largo di Pesaro". E poi ci sono gli
affreschi pompeiani trafugati da Boscoreale: "Se non vengono dall'Italia
quelli, da dove dovrebbero provenire?" chiede retoricamente il ministro.

Poi Rutelli svela che, in realtà, non sono solo 46 le antichità che l'Italia
rivuole dal Getty. "Diciamo che queste abbiamo la certezza che siano nostre,
ma stiamo valutando molte altre decine di opere che potrebbero essere frutto
di traffici illeciti".

L'istituzione d'arte californiana si dice pronta "a riprendere le
trattative". Una interruzione della collaborazione sarebbe "tragica". E
spiega che dagli anni '80 il museo ha prestato all'Italia più di 80 opere,
"il doppio rispetto al numero di oggetti che l'Italia ha prestato al Getty".
E poi finanziamenti, borse di studio, stage. "La tragedia è che entrambi
soffriremo se questo straordinario scambio di idee e conoscenze che mira a
studiare e conservare il patrimonio culturale italiano viene fermato".
Certo, le condizioni non cambiano: restituzione immediata di 26 opere,
ricerche sulle origini della Venere, ma nessun compromesso sull'Atleta
bronzeo.

[fine citazione]

Un saluto a tutti,
Nico
Nico Narsi
2006-12-20 15:57:31 UTC
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Rutelli oggi in una conferenza stampa è ritornato sulla questione, ribadendo
la linea intransigente del governo italiano:

[inizio citazione]

Roma, 20 dic. (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - ''Il Governo italiano non
intende rinunciare alle opere trafugate dall'Italia che il Paul Getty Museum
continua a non voler restituire''. Lo ha dichiarato Francesco Rutelli,
vicepresidente del Consiglio dei Ministri e ministro dei Beni e delle
Attivita' Culturali, durante la conferenza stampa che si e' tenuta questa
mattina a Palazzo Massimo, per chiarire la situazione attuale circa le
trattative con il Museo di Los Angeles.

''Vorremmo fare il punto sul rapporto con il Paul Getty Museum - ha
continuato il ministro - perche' ci sono state alcune incomprensioni, mentre
vorremmo che fosse molto chiara la nostra posizione: infatti, esiste una
serie di provvedimenti giudiziari che hanno i loro corsi e, mentre la
magistratura svolge i propri accertamenti, vorremmo trovare una soluzione di
buona volonta' con il Getty''.

''L'Italia - ha proseguito Rutelli - vuole semplicemente recuperare un suo
patrimonio che riguarda non lontane contese storiche ma, l'attivita' di
ladri e commercianti senza scrupoli. Oggi l'intera comunita' scientifica
internazionale e la larga opinione pubblica dei paesi, dove le opere sono
giunte, concordano sul fondamentale punto che, se le opere in questione sono
state trafugate, devono tornare indietro''.

[fine citazione]

Nel proprio comunicato stampa presente sul sito MIBAC, Rutelli è ancora più
chiaro:

[inizio citazione]

Mercoledì 20 dicembre alle ore 11,00 il vicepresidente del Consiglio
e ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli, ha
incontrato la stampa a Palazzo Massimo - Roma.

Il Ministro ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Con il Getty
siamo arrivati al punto, all'ultimo capitolo: o c'è d'accordo, con la
restituzione di tutte le opere richieste dall'Italia, o sarà rottura".
Il ministri dei beni culturali Francesco Rutelli convoca la stampa per
fare il punto sul braccio di ferro con il museo di Los Angeles. E ribadisce
che l'Italia vuole tutto, anche il Lisippo e la Venere di Morgantina, mentre
annuncia che a favore della proprieta' italiana del Lisippo c'è ora anche il
parere dell'Avvocatura dello stato.
"Noi abbiamo documentato che queste opere sono state rubate,
trafugate, esportate clandestinamente e sono state poi acquisite dal Getty -
ha detto Rutelli - Per mesi abbiamo negoziato con grande pazienza. Ora è
arrivato il punto.
Le opere rubate all'Italia devono essere restituite". Un accordo che
renda solo una parte delle opere, ha ribadito il minstro, "non sarebbe un
accordo, sarebbe una decisione unilaterale che il governo
italiano non può accettare. Loro possono decidere di tenerle ma si
troverebbero ad affrontare una reazione molto forte del nostro ministero".

[fine citazione]

Un saluto a tutti,
Nico
Nico Narsi
2006-12-27 11:25:57 UTC
Permalink
Post by Nico Narsi
Nel proprio comunicato stampa presente sul sito MIBAC, Rutelli è ancora
annuncia che a favore della proprieta' italiana del Lisippo c'è ora anche
il parere dell'Avvocatura dello stato.
"Noi abbiamo documentato che queste opere sono state rubate,
trafugate, esportate clandestinamente e sono state poi acquisite dal Getty -
ha detto Rutelli - Per mesi abbiamo negoziato con grande pazienza. Ora è
arrivato il punto.
Le opere rubate all'Italia devono essere restituite".
Cfr., più estesamente, Paolo Conti sul Corriere della Sera del 21 dicembre,
(riporto alcuni estratti dal suo articolo sulla conferenza di Rutelli, in
merito al tema qui oggetto di discussione):

[inizio citazione]

[...]
Una dozzina di pezzi
rivendicati dallo Stato italiano appaiono in doppia copia: nel catalogo del
Getty Museum a Los Angeles e nelle Polaroid ritrovate durante il sequestro
Medici del 15 settembre 1995 a Ginevra. Ovvero il tesoro di 1.973 pezzi
archeologici frutto di scavi clandestini in Italia, puntigliosamente
«catalogati» in vista della vendita sul mercato internazionale illecito: lì
affondano le radici del processo che si sta celebrando in Italia contro
Marion True, ex responsabile delle acquisizioni archeologiche al Getty,
accusata di associazione per delinquere e ricettazione di beni italiani
esportati clandestinamente. Il materiale del sequestro Medici per l' Italia
è la prova che il museo di Malibu detiene (dice Rutelli) «opere palesemente
trafugate». Infatti Rutelli incalza in inglese un reporter dell' Ap che
sollecita altri particolari: «What you want more? Un filmato che mostri
qualcuno che porti le statue sotto braccio o che scavi nelle tombe?».
[...]
Risposta sul cosiddetto Lisippo: «L' avvocatura dello Stato proprio oggi mi
ha consegnato un parere che per noi è definitivo. Le indagini dimostrano in
modo incontrovertibile che la statua nel 1964, dopo essere stata ripescata,
è sbarcata su suolo italiano, non è stata presentata all' autorità doganale,
non è stata segnalata dopo il ritrovamento ma è stata venduta sul territorio
italiano e poi esportata senza alcuna documentazione, quindi si profila
quantomeno il reato di contrabbando». Si certifica così «l' appartenenza
della statua al patrimonio culturale italiano». A domanda precisa
(rivendicate ora ufficialmente il bronzo?) Rutelli replica senza ombre: «Sì,
con molta chiarezza, il parere dell' avvocatura dello Stato è conclusivo, lo
trasmetteremo subito al Getty». Accanto a Rutelli c' è infatti il
pacatissimo Maurizio Fiorilli, avvocato dello Stato, sempre più l'
uomo-chiave delle rivendicazioni italiane dirette a Malibu: «Tutte le nostre
richieste sono documentatissime, invece il Getty si è puntualmente rifiutato
di fornirci una risposta tecnica, quindi sul merito delle nostre
contestazioni».
[...]
L' unica nota positiva,
quella sulla Venere di Morgantina: «Potremmo non essere lontani da un'
intesa. Ma nulla potrà accadere se non nel quadro di un accordo generale. Se
ora il Getty vuole restituirci le 26 opere che ha deciso di inviare all'
Italia lo faccia. Ma attraverso la magistratura».
[...]
L' ultima frase è, questo sì, un ultimatum: «Se anche il 2007 si
concluderà senza un' intesa, l' Italia saprà come valutare le sue
iniziative». Che sono già note: sospensione di ogni collaborazione
scientifica col Getty. Il quale ora dovrà replicare. Gran bella telenovela
culturale e internazionale. Come finirà la prossima puntata?

[fine citazione]

Un saluto a tutti,
Nico

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