Post by Giuseppe De MicheliQuello che mi sorprende di più è che, in epoca di
cacciatori-raccoglitori necessariamente nomadi, ci fosse una attività
*stanziale* come una bottega artigiana.
La verità è che spesso equivochiamo i concetti di "nomadismo" e di
"stanzialità".
I nomadi, allora come adesso, si spostano in cerca di ciò che serve loro per
sopravvivere: cibo e acqua, innanzitutto, ma anche pelli per difendersi dal
freddo (ricordiamoci che quei sapiens vivevano in un'epoca glaciale, la
Riss, fase MIS6).
Una volta trovato un territorio ricco di frutti selvatici o di radici oppure
semi commestibili, non privo di animali a cui dare la caccia e magari con la
presenza di comodi ripari sotto roccia, non avevano alcuna ragione per
allontanarsene prima di aver esaurito queste "ricchezze".
Questo significa che diventavano momentaneamente stanziali, per qualche
settimana o per alcuni anni.
Insomma nel Paleolitico la stanzialità temporanea non era per nulla
un'eccezione.
I personaggi cui si fa accenno nel breve articolo citato da Paolo vivevano
in una grotta ad est dell'attuale Città del Capo, in Sud Africa, denominata
*PP13B* e probabilmente sono rimasti in quella zona per intere generazioni,
fra 164.000 e 123.000 anni fa, perché era l'unica zona in cui (a causa di
situazioni climatiche particolarmente drammatiche) potevano sopravvivere.
Tra l'altro dall'articolo originario si evince anche l'ipotesi, tutt'altro
che improbabile, che conoscessero la successione delle fasi lunari e che
sfruttassero questa conoscenza per prevedere le maree (soprattutto quelle
sigiziali) per poter procedere senza troppi rischi alla raccolta di frutti
di mare, cozze, patelle ed altro.
Se Luigi ci legge, si ricorderà forse che circa un anno fa tenni una
conferenza in Osservatorio su questo argomento.
Post by Giuseppe De MicheliSignifica che i gruppi di cacciatori-raccoglitori inserivano nei loro
itinerari anche una visita alla bottega per rifornirsi?
Perché no?
Il commercio è molto antico e risale ai primordi dell'umanità: lungo le sue
strade si è snodata la civiltà, tanto nel Paleolitico quanto ai tempi
nostri.
Post by Giuseppe De MicheliLewis R. Binford (teorico e antesignano dell'archeologia
sperimentale) ha rilevato che, per le popolazioni di
cacciatori-raccoglitori attuali (eschimesi Nunamiut) lo sfruttamento
del territorio avviene per aree distinte, con una permanenza
nell'area di circa dieci anni, e con un ritorno ciclico ogni
cinquant'anni circa. L'intero areale ha circa 120 miglia di diametro.
Il che conferma sostanzialmente quanto ho scritto sopra, anche se le
condizioni di vita dei Nunamiut come degli Inuit sono solo parzialmente
riconducibili a quelle dei cacciatori-raccoglitori dell'Africa paleolitica.
Post by Giuseppe De MicheliSe il comportamente dei cacciatori-raccoglitori paleolitici fosse lo
stesso questo renderebbe problematicche le visite a un determinato
punto nel corso del ciclo.
Solo se il punto di rifornimento fosse stato unico.
Ma questo è tutto da dimostrare, oltre ad apparirmi decisamente improbabile.
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Righel
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http://digilander.libero.it/FRRU/Ind0.htm